Pershing la barca delle idee

«Tutto è partito in seguito alla gara con la quale abbiamo acquisito Pershing, e da lì è iniziato un riposizionamento differenziante, basato sul concetto di “idea”». A ripercorrere la comunicazione dello storico brand del Gruppo Ferretti, produttore di high performance open motor yacht dai 15 ai 35 metri, è Nicola Lampugnani, direttore creativo esecutivo con Francesco Guerrera di Tbwa\Italia, sede di Milano.

 “E tutto è partito da un assunto – continua – e cioè che le persone che acquistano le barche Pershing sono diventate ricche in seguito alle loro idee. Si tratta di imprenditori giovani, dinamici, che non si limitano a prendere il sole sulla barca ma che amano prendersene cura e seguirne i dettagli. Siamo ben lontani dunque dallo stereotipo del magnate sullo yacht! Ecco da quale concetto è nato il claim della campagna stampa “The engine of your ideas”.

Si tratta di una campagna differenziante rispetto alle altre pubblicità della nautica, che sono molto classiche, in un certo senso omologate, in quanto tutte presentano il prodotto, un po’ come accade nella moda, al punto che non sono più facilmente distinguibili le une dalle altre.

Invece con i soggetti stampa di Pershing abbiamo lanciato titoli molto impattanti, con massime che elaborano il concetto di “idea”. Quindi, partendo dal presupposto che gli stessi yacht sono “barche delle idee”, abbiamo pensato ad eventi che sviluppino questo concetto».

E cosa di più innovativo poteva esserci se non un progetto artistico mai realizzato fino ad oggi? Ed ecco una mostra di visual art, la cui tela è un tratto di mare di tre miglia, e il pennello è l’ultimo gioiello della flotta: il Pershing 82’.

Le immagini della mostra, denominata “Yacht Art”, nascono di notte, al buio, quando il Pershing 82’ si muove e lascia dietro di sè una scia luminosa che, fotografata con macchine settate con un tempo di esposizione di 30 minuti, delinea alcune parole: thrill, idea, fast, cool. «La difficoltà – racconta Nicola Lampugnano – è stata quella di scriverle in un colpo solo, senza l’ausilio di post-produzione.

Per questo parliamo di arte: abbiamo fatto un pezzo unico e abbiamo realizzato anche un video che lo certifica. Si tratta di un progetto che trasmette importanti valori del brand, come la velocità, la maneggevolezza, il modo estroso di approcciare il mare, la forte propensione all’estetica.

Per ora la mostra è stata presentata al Salone Nautico di Genova che si è appena concluso, ma abbiamo intenzione di portarla ad altri appuntamenti della nautica, probabilmente a Miami e a Londra.

In progetto c’è anche l’idea di presentarla al Salone del Mobile di Milano, e comunque di uscire dalla ristretta cerchia degli appassionati di nautica per aprirci a un pubblico più vasto». Ma è possibile mantenere l’esclusività allargando il target di riferimento?

«Assolutamente sì – ribadisce Lampugnano – perché l’esclusività si gioca sul linguaggio: è il tono di comunicazione che deve essere destinato a pochi, al punto da permettersi di essere difficilmente comprensibile.

Ma pensiamo solo a Ferrari e a Porche: sono due brand élitari, eppure il loro bacino di visibilità è enorme, tutte le persone che vedono queste macchine passare ne alimentano il mito.

Concludo dicendo che la nostra ricerca è quella di creare contenuti perché la gente è affamata di idee. E questo progetto è proprio un contenuto, un alleato alla campagna stampa più classica, che esprime un punto di vista sul mondo, condivisibile in rete».

Vanna Assumma  

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