Copy di tutto il mondo

La campagna elettorale americana è sempre un momento imperdibile per chi ama la scrittura. È a colpi di speech e claim, di domande infami e risposte astute, che si gioca la partita.

Quella di quest’’anno è forse una delle più interessanti campagne della storia recente perché si scontrano concezioni opposte della vita, cosa non normale per gli Usa, e poi perché nulla è ancora deciso e la parola giusta può determinare il risultato.

Dato che spero vinca Obama, con dispiacere voglio complimentarmi con il genio che ha coniato l’’headline di Mitt Romney, un semplice ma profondo ’“Webuilt it’”. L’’abbiamo costruita noi, l’’America. Tre parole che esprimono un concetto inattaccabile: questo Paese l’’abbiamo costruito noi repubblicani, non voi democratici. 

Questo Paese nasce e funziona sui principi che difende il partito repubblicano, non su quelli che difende il partito democratico. Questa verità ha due conseguenze. La prima è concreta: se qualcosa nel sistema si è inceppato, nessuno meglio di chi quel sistema l’’ha creato può ripararlo in fretta. 

È come per un’’automobile: se si guasta la porti da chi l’’ha costruita. La seconda è di filosofia politica: caro democratico, ricorda che prima di tutto sei un americano, che anche a te non piacerebbe un’’America socialdemocratica. Era ’‘la’’ cosa che Mitt Romney poteva dire, e l’’ha detta. 

Quel titolo ha del genio perché, senza fastidiosa retorica reazionaria, obbliga anche un democrat di New York a fare i conti con i valori fondanti del proprio Paese e cioè a pensare che dopo quasi due secoli di liberismo e di successi a stelle e strisce cambiare ricetta sia sbagliato. Complimenti al copy. Bravo.

Molto bravo, però anche molto fortunato. Pensate ai suoi colleghi italiani, quelli che le tante segreterie politiche della penisola stanno facendo lavorare in vista delle imminenti elezioni politiche.

Quei poveri cristi non sanno ancora che nome avrà uno dei due maggiori partiti (magari proprio quello per cui lavorano), non conoscono il nome dei candidati premier, non conoscono i programmi. Mica facile. L’’unico copy che è riuscito a piazzare un titolo è quello che lavora per Renzi.

Il problema è che Renzi gli ha tolto il foglio di mano troppo presto: Adesso! Adesso cosa?
 

Riccardo Robiglio

riccardo.robiglio@leoburnett.it

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