Benvenuti nell’’era biomediatica

Ormai è sotto gli occhi di tutti, stiamo vivendo in una nuova fase storica, stiamo assistendo alla nascita dell’’era biomediatica. Ovvero, proprio come da sempre capita ai personaggi importanti, anche la vita di ognuno di noi è diventata pubblica.

Condivisa sui social network la nostra giornata è scandita dai post di Facebook, dalle localizzazioni di Foursquare, dall’’immediatezza di Twitter per non parlare di chi ha un blog da aggiornare in tempo reale o un sito personale da controllare.

E così, grazie a smartphone e tablet Internet ormai è il palcoscenico quotidiano e navigare sul web non è solo uno strumento di lavoro ma è diventato anche il momento di svago.

Ecco perché ruolo di Internet nel mercato della pubblicità è sempre più preponderante. Infatti a dispetto della debacle degli investimenti pubblicitari che ha colpito tutti i media, Internet è l’’unico mezzo ad aver incrementato il volume della raccolta pubblicitaria (+12,3% nel 2011 rispetto all’’anno precedente) arrivando a 636milioni di euro.

Ma quello che più colpisce è che nonostante la fetta di mercato del web sia ancora ridotta (il 7,4% del totale) la pubblicità veicolata via Internet risulta capace di infl uenzare le scelte dei consumatori. Gli studiosi del fenomeno hanno individuato nella possibilità di autogestione la chiave del successo.

Infatti in Internet le persone possono costruirsi una sorta di pubblicità fai da te, on demand e interattiva cliccando sui banner quando hanno tempo e voglia e approfondendo le informazioni sui siti delle aziende, cercando autonomamente pareri e feedback su un prodotto o un servizio nelle community online e nei forum di discussione prima di procedere all’’acquisto, cercando sui siti di e-commerce o sui portali di acquisto, rintracciando recensioni video su YouTube o confrontandosi con gli amici nei social network.

E l’’informazione è quello che cattura l’’utente. Non è infatti un caso che la pubblicità che in generale viene apprezzata di più è quella che informa, poi quella che diverte e quella che emoziona.

Quindi pare fi nito il periodo della pubblicità che deve far sognare, sarà la crisi ma il consumatore è tornato coi piedi per terra e vuole concretezza’…

Alessandra Iannello  

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